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FAQ

          FAQ                   

 

HBV

1 – Che cosa è l'Epatite B?

La parola “Epatite” significa “infiammazione del fegato”. L’HBV (il virus dell’Epatite B) è una delle infezioni più comuni al mondo: è dalle 50 alle 100 volte più infettiva dell’HIV. Quasi il 40% della popolazione mondiale ha avuto un’infezione da HBV e si stima che nel mondo si verifichino 20 milioni nuove infezioni ogni anno. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’HBV è una delle maggiori emergenze sanitarie a livello mondiale. Dal 40% al 70% dei bambini, soprattutto neonati, e dal 2% al 5% degli adulti contagiati sviluppano un’Epatite cronica. Il 25% dei pazienti con Epatite B cronica rischia di sviluppare cirrosi e il 5% cancro.

2 – Come si trasmette l'Epatite B?

L'Epatite B si diffonde attraverso il contatto con sangue, mucose  o altri fluidi corporei (inclusi la saliva, lo sperma, le secrezioni vaginali e il latte materno) di individui infetti. Il Virus HBV può essere pertanto trasmesso attraverso:
•    Contatto familiare (uso comune di stoviglie, di lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno;
•    Contatto sessuale (vaginale, anale o orale) con una persona infetta;
•    Scambio di siringhe o altri strumenti usati per iniettarsi della droga;
•    Uso comune di aghi e inchiostro per tatuaggi e/o di punte per l’applicazione di piercing;
•    Gravidanza e parto (esposizione perinatale);
•    Esposizione sul lavoro al sangue o altri liquidi corporei di una persona infetta.

Pertanto il rischio di contrarre l’HBV aumenta in caso di:
•    Convivenza stretta con malato di epatite virale acuta o cronica ad elevata attività replicativa;
•    Rapporti sessuali senza preservativo;
•    Scambio di siringhe e strumenti per la droga;
•    Trasfusione (forma rara al giorno d’oggi) di sangue o emoderivati infetti.

3 – Quali sono le persone più a rischio?

Tutte le persone sono potenzialmente a rischio. I soggetti maggiormente a rischio sono: politrasfusi, pazienti emodializzati, tossicodipendenti, operatori sanitari e di comunità. Le persone che hanno rapporti sessuali senza preservativo sono ad altissimo rischio. La fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, se non vaccinata per HBV, è una di quelle più a rischio di contrarre l’infezione.

4 – Come evitare di prendere l'Epatite B?

Le probabilità di essere contagiati dall’Epatite B possono essere ridotte:
•    Usando stoviglie monouso in caso di convivenza con paziente HBsAg+;
•    Usando sempre profilattici di lattice o di poliuretano con tutti i partner sessuali. Il profilattico rimane a tutt’oggi il modo più sicuro per proteggersi dal rischio di contagio per via sessuale. Le raccomandazioni per l'uso del profilattico con un partner sessuale che è portatore del virus dell'Epatite B devono essere fatte su base individuale;
•    Evitando di scambiare siringhe e strumenti per iniettarsi la droga;
•    Evitando piercing e tatuaggi eseguiti con modalità non sicure;
•    Seguendo sempre delle precauzioni ordinarie se siete lavoratori in strutture sanitarie;
•    Usando cautela quando si maneggiano oggetti che possono presentare sangue infetto dal virus dell'Epatite B su di essi (come lamette da barba, spazzolini da denti, forbicine per le unghie, assorbenti igienici).

5 – Che differenza c’è tra Epatite B “acuta” e “cronica”?

L’infezione da Epatite B può essere acuta o cronica. L’infezione acuta può durare da poche settimane a qualche mese. La maggior parte delle persone colpite guarirà perfettamente senza alcuna conseguenza, mentre il 2-5% delle persone contagiate progredirà alla fase cronica della malattia, cioè la persistenza attiva del virus nelle cellule del fegato e nel sangue.
La persona con Epatite B cronica può dover convivere per sempre con la malattia. Nel 20% dei casi l’Epatite B cronica può progredire in cirrosi epatica nell’arco di circa 7-10 anni. Il cancro al fegato (epatocarcinoma) è un’altra complicanza dell’Epatite cronica, soprattutto nei pazienti con cirrosi. L’infezione da HBV nei paesi ad elevata endemia è responsabile fino al 90% dei carcinomi del fegato. In tutto il mondo circa 350 milioni di persone convivono con l’Epatite B cronica e il 15-25% di loro potrebbe morire per una malattia epatica.

6 – Quali sono i sintomi che possono far pensare di essere affetti da questa malattia?

Nei bambini la malattia acuta può passare inosservata perché può non presentare alcun sintomo. Nella maggior parte degli adulti la malattia in fase acuta si manifesta con i seguenti sintomi:
•    Affaticamento
•    Nausea o vomito
•    Febbricola
•    Urine scure
•    Feci chiare
•    Colorazione gialla degli occhi e della pelle (ittero)
•    Dolore nel fianco destro, che può diffondersi nella schiena
•    Gonfiore addominale
•    Prurito generalizzato
•    Mancanza di appetito

Nella fase avanzata della malattia,  evoluta in cirrosi epatica, si possono manifestare:
•    Facile irritabilità
•    Senso di disorientamento e confusione mentale
•    Riduzione del tono muscolare;
•    Aumento della circonferenza dell’addome per presenza di liquido;
•    Sanguinamento da naso o gengive

7 – Come viene diagnosticata l'Epatite B?

Il metodo più efficace per diagnosticare l'Epatite B è l'esame del sangue che rivela la presenza degli  antigeni del virus HBV e dei relativi anticorpi.
E’ perciò molto importante che le persone che sono a rischio, o che hanno avuto comportamenti a rischio, facciano un test specifico per l’Epatite B.
Poiché le modalità di contagio sono simili anche per HCV e HIV è importante che, nelle persone che risultano affette da HBV, vengano eseguiti gli esami per verificarne la possibile presenza.

8 – C'è una cura per l'Epatite B?

Non tutte le persone infettate dal virus dell'Epatite B necessitano di farmaci. Solamente il vostro medico è in grado di deciderlo. Se necessario sono disponibili medicine per trattare l'Epatite B cronica. Vi sono due tipi di medicine: anti-virali e interferoni.

9 – Chi può trasmettere il virus HBV mostra sempre segni di malattia?
   
Lo stato di infezione può essere a lungo silente, senza alcun sintomo.

10 – E' pericoloso condividere gli stessi ambienti di un malato o di un portatore di HBV?
No.
Il virus non si trasmette per via aerea, ma attraverso il sangue e tutti i liquidi biologici. È evidente, quindi,  che la semplice condivisione degli stessi ambienti con soggetti portatori del virus, non comporta alcun rischio di contagio. Ciò vale anche per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale. Ma la convivenza stretta con un soggetto HBsAg+ con virus attivamente replicante (HBV-DNA positivo), può favorire la trasmissione attraverso oggetti di uso comune, quali stoviglie, lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno. Con l’esposizione quotidiana al virus attraverso questi vettori, la possibilità di esposizione intrafamiliare diviene elevata.
Per questi motivi, è particolarmente opportuno che tutti i conviventi di persone affette da Epatite B attiva si sottopongano alla vaccinazione anti HBV.


HCV

1 – Che cosa è l'Epatite C?

La parola “Epatite” significa “infiammazione del fegato”. Può causare malattie gravi quali la cirrosi epatica ed il cancro del fegato.
L'Epatite C è una malattia causata dal virus dell’Epatite Umana C (HCV). Circa il 20% di chi contrae l'infezione acuta guarisce spontaneamente, mentre tutti gli altri diventano portatori cronici dell’infezione; in alcuni casi non mostrano segni di progressione della malattia (Portatori Asintomatici) con cui possono convivere per tutta la vita, in altri possono sviluppare una “Epatite Cronica Attiva”; fra questi, circa il 30% sono a rischio di sviluppare la cirrosi epatica. Questa fase della malattia si sviluppa lentamente, con i primi sintomi che possono comparire solo dopo 20-30 anni dall’esordio acuto. La progressione verso la forma cronica può essere favorita da alcuni fattori di rischio come l’obesità, l’età, la presenza di elevate concentrazioni di trigliceridi e colesterolo nel sangue e nel fegato, il consumo di alcol.
 Molti cofattori hanno un ruolo importante nello sviluppo della cirrosi epatica:
•    L'età al momento dell'infezione (mediamente la progressione è più lenta nelle persone più giovani);
•    L'abuso di alcol;
•    La presenza di una coinfezione con virus HBV o HIV;
Nei pazienti con cirrosi l'incidenza di epatocarcinoma è dell'1-4% l'anno.

2 – Come si trasmette l'Epatite C?

L'Epatite C si diffonde attraverso il contatto con sangue, mucose o altri fluidi corporei (inclusi lo sperma, le secrezioni vaginali e il latte materno) di individui infetti. Il Virus HCV può essere pertanto trasmesso attraverso:
•    Contatto sessuale (vaginale, anale o orale) con una persona infetta;
•    Scambio di siringhe o altri strumenti usati per iniettarsi della droga;
•    Uso comune di lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno o aghi per tatuaggi e/o piercing contaminati;
•    Gravidanza e parto (esposizione perinatale);
•    Esposizione sul lavoro al sangue o altri liquidi corporei di una persona infetta.

Pertanto il rischio di contrarre l’HCV aumenta in caso di:
•    Rapporti sessuali senza preservativo;
•    Scambio di siringhe e strumenti per la droga;
•    Trasfusione (forma rara al giorno d’oggi) di sangue o emoderivati infetti.

3 – Quali sono le persone più a rischio?

Tutte le persone sono potenzialmente a rischio. I soggetti maggiormente a rischio sono: politrasfusi, pazienti emodializzati, tossicodipendenti, operatori sanitari e di comunità. Le persone che hanno rapporti sessuali senza preservativo sono a rischio. La fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni è una di quelle più a rischio di contagio con il virus.

4 – Come evitare di prendere l'Epatite C?

Le probabilità di essere contagiati dall’Epatite C possono essere ridotte:
•    Usando sempre profilattici di lattice o di poliuretano con tutti i partner sessuali. Il profilattico rimane a tutt’oggi il modo più sicuro per proteggersi dal rischio di contagio per via sessuale. Le raccomandazioni per l'uso del profilattico con un partner sessuale che è portatore del virus dell'Epatite C devono essere fatte su base individuale.
•    Evitando di scambiare siringhe e strumenti per iniettarsi la droga;
•    Evitando il piercing e i tatuaggi eseguiti con modalità non sicure;
•    Seguendo sempre delle precauzioni ordinarie se siete lavoratori in strutture sanitarie;
•    Usando cautela quando si maneggiano oggetti che possono presentare sangue infetto dal virus dell'Epatite C su di essi (come lamette da barba, spazzolini da denti, forbicine per le unghie, assorbenti igienici).

5 – Che differenza c’è tra Epatite C “acuta” e “cronica”?

L’infezione da Epatite C può essere acuta o cronica. Nella maggioranza dei casi l’inizio della malattia è clinicamente senza sintomi, infatti solo pochissimi pazienti affetti da Epatite C cronica ricordano l’esordio dell’infezione, mentre la maggioranza di essi non sa di essere infetta e solo per caso viene a conoscenza del proprio stato.
Durante la fase di infezione acuta, indifferentemente dal tipo di virus in causa, le cellule lesionate rilasciano enzimi intracellulari (transaminasi) che si rilevano ad alto dosaggio nel sangue. La fase cronica delle epatiti è caratterizzata da un progressivo declino delle funzioni epatiche, con deficit di fattori prodotti dal fegato (albumina, protrombina e fattori coagulativi), deficit di metabolizzazione epatica di farmaci ed ormoni, persistente elevazione delle transaminasi e dei livelli di bilirubina (se vi è ostruzione al circolo biliare).
Quando l'Epatite cronica evolve in cirrosi, si istaura una difficoltà di circolo all'interno del fegato che provoca ipertensione dei vasi afferenti (ipertensione portale e varici esofagee).

6 – Quali sono i sintomi che possono far pensare di essere affetti da questa malattia?

L’infezione acuta clinicamente evidente, che come detto non è molto frequente, si può caratterizzare dalla comparsa di ittero, dolore in fianco destro, sensazione di malessere e stanchezza oltre ad un importante aumento delle transaminasi. I sintomi possono comparire anche dopo sei mesi dal contagio.
Nei casi in cui invece l’infezione acuta si rende evidente, si possono manifestare:
•    Affaticamento
•    Nausea o vomito
•    Febbricola
•    Urine scure
•    Feci chiare
•    Colorazione gialla degli occhi e della pelle (ittero)
•    Dolore nel fianco destro, che può diffondersi nella schiena
•    Gonfiori addominali
•    Perdita muscolare
•    Prurito vario
•    Mancanza di appetito
Nella fase avanzata di malattia evoluta in cirrosi epatica, si possono manifestare:
•    Senso di disorientamento e confusione mentale
•    Facile irritabilità
•    Riduzione del tono muscolare
•    Possibili sanguinamenti da naso e gengive
•    Aumento della circonferenza addominale per presenza di liquido

7 – Come viene diagnosticata l'Epatite C?

Il metodo più efficace per diagnosticare l'Epatite C è l'esame del sangue che rivela la presenza degli anticorpi diretti contro il virus (anti-HCV). E’ perciò molto importante che le persone che sono a rischio (o che hanno avuto comportamenti a rischio) facciano un test specifico per l’Epatite C.
Poiché le modalità di contagio sono simili anche per HBV e HIV è importante che, nelle persone che risultano affette da HCV, vengano eseguiti gli esami per verificarne la possibile presenza.

8 – C'è una cura per l'Epatite C?

Sì. Oggi è possibile eradicare HCV in una parte dei pazienti con farmaci specifici ed impedire che l’infezione proceda verso la cirrosi epatica, l’insufficienza epatica, il cancro del fegato e la morte. In linea di principio, dose e durata del trattamento dipendono dal genotipo virale.
Accanto alla terapia farmacologia, vi sono poi importanti misure comportamentali da mettere in atto, quali limitare l’assunzione di grassi con la dieta, abolire il consumo di alcool, seguire una dieta specifica per epatopatici.

9 – Chi può trasmettere il virus HCV mostra sempre segni di malattia?

Ovviamente no. Lo stato di infezione può essere a lungo silente, senza alcun sintomo.

10 – E' pericoloso condividere gli stessi ambienti di un malato o di un portatore di HCV?

No.
È evidente che la semplice convivenza con soggetti portatori del virus non comporta alcun rischio di contagio. Ciò vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale, esclusi i rapporti sessuali non protetti. Può esserci rischio se le due persone che si scambiano baci hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale. L'infezione non può trasmettersi attraverso starnuti, colpi di tosse, urine, feci, vomito, lacrime. Ma se nella convivenza accade di condividere lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno, è allora possibile la trasmissione di HCV tramite questi vettori.



HIV

1 – Che cosa è l'AIDS e chi è sieropositivo per HIV?

AIDS è l'acronimo di Sindrome da Immuno-Deficienza Acquisita. L'AIDS è la fase terminale di una malattia infettiva causata dal virus dell'Immunodeficienza Umana (HIV), che colpisce il nostro sistema immunitario provocando la riduzione delle difese dell'organismo. HIV attacca alcune cellule del sistema immunitario, principalmente i linfociti CD4 (una parte dei globuli bianchi), che sono le cellule deputate alla risposta immunitaria, indebolendo il sistema immunitario fino ad annullare la capacità di combattere contro virus, batteri, protozoi e funghi, ossia organismi che possono provocare patologie di gravità variabile.
Essere sieropositivo significa avere nel proprio sangue il virus HIV e di conseguenza gli anticorpi specifici contro tale virus. Questi anticorpi non sono protettivi nei confronti dell’infezione, stanno solo a significare la presenza dell’infezione e indicano pertanto che la persona è potenzialmente contagiosa. Tutte le persone sieropositive possono, se hanno comportamenti a rischio, trasmettere il virus dell'HIV.

2 – Come si trasmette il virus HIV?

L'HIV si diffonde attraverso il contatto con sangue, mucose o altri fluidi corporei (inclusi lo sperma, le secrezioni vaginali e il latte materno) di individui infetti. Il Virus HIV può essere pertanto trasmesso attraverso:
•    Contatto sessuale (vaginale, anale o orale) con una persona infetta;
•    Scambio di siringhe o altri strumenti usati per iniettarsi della droga;
•    Uso comune di lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno o aghi per tatuaggi e/o piercing contaminati;
•    Gravidanza e parto (esposizione perinatale);
•    Esposizione sul lavoro al sangue o altri liquidi corporei di una persona infetta.
Pertanto il rischio di contrarre l’HIV aumenta in caso di:
•    Rapporti sessuali senza preservativo;
•    Scambio di siringhe e strumenti per la droga;
•    Trasfusione (forma rara al giorno d’oggi) di sangue o emoderivati infetti.

3 – Quali sono le persone più a rischio?

Tutte le persone sono potenzialmente a rischio. I soggetti maggiormente a rischio sono: politrasfusi, pazienti emodializzati, tossicodipendenti, operatori sanitari e di comunità. Le persone che hanno rapporti sessuali senza preservativo sono ad altissimo rischio. La fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni è una di quelle più a rischio di contagio con il virus.

4 – Come evitare di prendere l’HIV?

Le probabilità di essere contagiati dall’HIV possono essere ridotte:
•    Usando sempre profilattici di lattice o di poliuretano con tutti i partner sessuali. Il profilattico rimane a tutt’oggi il modo più sicuro per proteggersi dal rischio di contagio per via sessuale. Le raccomandazioni per l'uso del profilattico con un partner sessuale che è portatore del virus dell'HIV devono essere fatte su base individuale.
•    Evitando di scambiare siringhe e strumenti per iniettarsi la droga;
•    Evitando il piercing e i tatuaggi eseguiti con modalità non sicure;
•    Seguendo sempre delle precauzioni ordinarie se siete lavoratori in strutture sanitarie;
•    Usando cautela quando si maneggiano oggetti che possono presentare sangue infetto dal virus dell'HIV (come lamette da barba, spazzolini da denti, forbicine per le unghie, assorbenti igienici).

5 – Il bacio profondo con una persona sieropositiva può essere rischioso?

Il bacio profondo non è a rischio poiché l’attività del virus HIV nella saliva viene bloccata dagli enzimi prodotti dalle ghiandole salivari, rendendolo incapace di trasmettere il contagio; può esserci rischio se le due persone che si scambiano il bacio hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale.

6 – Quali sono i sintomi che possono far pensare di essere affetti da HIV?

Il tempo trascorso tra il contagio con il virus e le manifestazioni cliniche evidenti della malattia conclamata (AIDS) può essere molto lungo e variabile fino a 10-12 anni. Pertanto, durante questo lungo periodo, le persone infette da HIV potrebbero non presentare alcun sintomo. La terapia antiretrovirale oggi disponibile, pur non potendo eliminare il virus dall’organismo (la persona con infezione da HIV non guarisce mai), ha l’obiettivo di ritardare il più possibile la progressione ad AIDS, rendendo notevolmente più lungo il suddetto periodo senza sintomi.
 L’infezione acuta è spesso asintomatica o si manifesta con sintomi simili all’influenza: febbricola, mal di gola, ingrossamento delle ghiandole al livello del collo (linfoadenopatia). E’ importante che chi manifesta tali sintomi e ha avuto comportanti a rischio, si rivolga al medico curante o a uno specialista per escludere la presenza della malattia,
In fase avanzata, invece, la malattia può manifestarsi con numerose e differenti modalità. Frequentemente si riscontrano:
•    Un’inspiegabile e duratura perdita di peso
•    Diarrea protratta
•    Ingrossamento delle ghiandole a livello di collo, ascelle nuca e inguine
•    Febbricola persistente
•    Infezioni ricorrenti
Poiché questi sintomi possono essere causati anche da altre malattie, deve essere eseguito un esame per confermare la presenza dell'HIV. Si consiglia pertanto di rivolgersi al medico curante nel caso si sviluppassero questi sintomi.

7 – Come viene diagnosticata l’infezione da HIV?

La diagnosi dell'infezione HIV viene eseguita mediante riscontro nel sangue di anticorpi anti-HIV.  Al momento dell’infezione acuta da HIV, può verificarsi il cosiddetto periodo finestra, cioè un tempo di latenza di circa 6 mesi nel quale pur essendo presente il virus nel sangue, non si riscontrano gli anticorpi perché non si sono ancora formati. Pertanto è assolutamente indispensabile che la persona che ha avuto comportamenti a rischio esegua il test dopo 1, 3 e 6 mesi dal potenziale contagio.
Il test per L’HIV è gratuito ed effettuato in forma anonima.

8 – C'è una cura per l'infezione da HIV e l’AIDS?

Non esistono farmaci per eliminare il virus dal sangue, la persona infetta lo rimane per tutta la vita.  L’assunzione della terapia antiretrovirale è però indispensabile per ritardare il più possibile la progressione verso la fase avanzata della malattia (AIDS). L’AIDS è ancora oggi una malattia mortale se non curata.

9 – Chi può trasmettere il virus HIV mostra sempre segni di malattia?

Ovviamente no. Lo stato di infezione può essere a lungo silente, senza alcun sintomo. Qualunque persona sieropositiva è in grado di trasmettere il virus pur non essendo "malata", cioè non avendo ancora sviluppato l’AIDS.

10 – E' pericoloso condividere gli stessi ambienti di un malato o di un portatore di HIV?

Generalmente no, fatti i salvi i casi in cui si condividono lamette da barba, spazzolini, forbici, pettini, rasoi, spazzole da bagno. Non si è mai verificato alcun caso di infezione da HIV a seguito di una normale condivisione di ambienti di vita (piscine, saune, palestre, cinema, bar, servizi comuni).
È evidente che la semplice convivenza con soggetti portatori del virus non comporta alcun rischio di contagio. Ciò vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale, esclusi i rapporti sessuali non protetti. Può esserci rischio se le due persone che si scambiano baci hanno gengiviti emorragiche o altre lesioni del cavo orale. L'infezione non può trasmettersi attraverso starnuti, colpi di tosse, urine, feci, vomito, lacrime.

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